Senza il nuovo stadio quale Europa per Milan ed Inter?

Le due milanesi sono ancora in trattativa con il comune di Milano per sbloccare la situazione che dovrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio con il conseguente abbattimento del vecchio. Ma la faccenda pare farsi lunga.

E´ assai curioso che perfino Silvio Berlusconi, imprenditore di successo oltre che straordinario presidente del Milan, voglia tenere in piedi lo stadio San Siro facendo riferimento alla sua storia ricca di incomparabili momenti calcistici, e non solo. La memoria è qualcosa di insito nel dna umano, ma non può fare da argine al “nuovo” solo perché si crogiola nel passato, per quanto strepitoso. Chi meglio del Cavaliere dovrebbe sapere che Inter e Milan finiranno inesorabilmente nella retroguardia della gerarchia europea senza importanti ricavi da stadio. Quei proventi ormai fuori dalla portata del vetusto e anacronistico Meazza. Date un’occhiata alla tabella confezionata dall’Agenzia Deloitte e vi renderete conto che i due club meneghini ogni anno incassano almeno da 60 a 80 milioni meno rispetto alla concorrenza europea. Il distacco diventa poi abissale rispetto a Barcellona e Real Madrid.

Il concetto è facile da spiegare e, penso, da assimilare. E allora perché Berlusconi, sicuramente al corrente di questo aspetto, si pone contro la costruzione di un nuovo impianto da 62mila posti che permetterebb a Milan e Inter di arrivare a 80-100 milioni di ricavi cadauno a stagione? Inspiegabile. C’è bisogno di uno nuovo stadio nella metropoli lombarda. Ed è necessario avviare i lavori il prima possibile per arginare un gap diventato insopportabile.

ricavi degli stadi in europaCosa dire poi di quei politici che, ignoranti della situazione, contestano il nuovo progetto aggrappandosi al facile populismo? Uno di costoro, intervistato alla commemorazione dell’indimenticabile Cesare Cadeo, s’è giustificato dicendo: “Non sapevo quanto incidessero i ricavi da stadio? Cosa dobbiamo fare di San Siro?”.  Il sindaco Sala conosce bene la situazione, eppure non ha sposato la novità da 1200 milioni che darebbe lavoro ad almeno 2mila persone per 5 anni e successivamente ad altre 400 a tempo indeterminato. Senza contare l’indotto a largo raggio e l’incremento dei consumi. Il presidente del Coni, Malagò, l’ha rassicurato sul fatto che il Cio avrebbe solo piacere ad ospitare la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali Milan-Cortina nel nuovo impianto invece che nel vecchio. Quanto ai problemi con la Corte dei Conti, sarebbero facilmente risolvibili con un serio business-plan. E pensare che Sala, dopo aver subito una lieve condanna per aver permesso all’Expo di rispettare i tempi, si era accanito contro coloro che ostacolano l’imprenditoria. Da tempo il prof. Emilio Faroldi del Politecnico di Milano ha escluso che si possa arrivare a una riqualificazione dello stadio perché troppo costoso e perché porterebbe ricavi inferiori rispetto a uno stadio nuovo.

Quando pensiamo a un impianto sportivo, dovremmo volgere lo sguardo verso le abitudini di coloro che ne usufruiranno tra dieci, quindici, vent’anni. Il mondo cambia velocemente, possiamo pensare ancora a un San Siro concepito 80 anni fa?. All’estero, ahinoi, le procedure sono più flesibili. Pensiamo a Londra, alll’Emirates Stadium dell’Arsenal: un impianto moderno, funzionale, ricco di servizi, vissuto giornalmente, dove la gente addirittura si sposa. Il vecchio Highbury, dove la squadra ha giocato dal 1936 al 2006, non esiste più nonostante la sua storia gloriosa. Quell’impianto è stato riconvertito in un complesso residenziale di oltre 650 appartamenti mantenendo solo l’involucro esterno originale.
Nessuno ha fiatato. E nessuno ha avuto da ridire sulla ricostruzione completa del mitico Wembley. Costruito nel 1923, demolito nel 2003, oggi è l’impianto più capiente dopo il Camp Nou di Barcellona. Ospita calcio, rugby, concerti e atletica leggera: In questo caso la capienza viene diminuita di 20 mila posti e la pista d’atletica adattata solo per pochi giorni. Mi chiedo, e la mia è una domanda purtroppo retorica: “La Sovrintendenza di casa nostra avrebbe permesso l’abbattimento delle due torri di Wembley che per 80 anni furono simbolo di quel luogo, se non della Capitale?”.

Per fortuna lo stadio di San Siro non è vincolato da alcuna sovrintendenza, come è successo per il velodromo Vigorelli che, per la sua lunghezza di quasi 400 metri, non può ospitare né Sei Giorni né un Mondiale. E’ come se un campo di calcio fosse lungo 200 metri. Che San Siro illumini qualche mente. Secondo la tradizione il ragazzo Siro aveva portato le ceste di pani e pesci che poi Gesù miracolisticamente aveva moltiplicato per sfamare la folla. Amen.

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