La mossa del cavallo rimette in pista il Psg
Dopo un avvio di stagione assai tormentato i parigini sono ritornati vincenti anche grazie al vecchio Di Maria. Un giocatore che per personalita´non e´ secondo a nessuno come sanno bene anche al Real.
Il Paris St.Germain sembra uscito tutto intero da un complicato inizio di stagione. La sua stella principale, Neymar, ha spinto fino all’ultimo giorno di mercato per farsi (ri)vendere a Barcellona, cosa che ha ritardato il suo ritorno in campo dalle vacanze (e a causa di una vecchia squalifica, in Champions dobbiamo ancora vederlo). Gli altri due attaccanti titolari, Mbappé e Cavani si sono fermati a lungo in infermeria; Mauro Icardi, l’alternativa pescata in extremis, era fuori esercizio, e ci ha messo un po’ per riacquisire l’arte del gol. Malgrado questi impedimenti, il tecnico Thomas Tuchel ha dissolto i fantasmi che aleggiavano sulla sua figura.Il Psg guida il campionato malgrado due sconfitte e soprattutto ha fatto il pieno in Champions, sei punti su sei, frutto anche di un 3-0 al Real Madrid. Il giocatore che più degli altri ha permesso a Tuchel di portare a casa la pelle è una vecchia conoscenza di 31 anni e molti onori, l’argentino Angel Di Maria: raffinato e intelligente, l’ho sempre definito il “cavallo” per gli imprevedibili movimenti tattici che lo riportano al pezzo degli scacchi.
In questo avvio di stagione Di Maria è tornato a giocare benissimo, e i “boatos” attorno al suo nome hanno riportato nella home page di theplayerstribune.com una sua vecchia confessione: la giornata della finale mondiale 2014. Angel si era infortunato nel quarto contro il Belgio: uno strappo alla coscia che l’aveva escluso dalla semifinale con l’Olanda rendendo quasi impossibile la partecipazione all’ultimo atto. Di Maria racconta di essersi sottoposto a due iniezioni al giorno pur di recuperare, e che il mattino della finale, mentre il medico procedeva all’ennesima infiltrazione, qualcuno gli avesse passato un telegramma del suo club, il Real Madrid. Angel sapeva di cosa si trattava: durante il torneo Florentino Perez s’era incapricciato di James Rodriguez, ma per acquistarlo doveva prima cedere lui per liberare lo spazio in rosa (e nel bilancio). Nel telegramma il Real gli intimava di non giocare per non mettere a rischio, aggravando l’infortunio, l’eventuale cessione. Di Maria non lo lesse nemmeno: lo strappò in mille pezzi davanti a tutti, dicendo che «In giorni così sono io a decidere il mio destino». Angel quel giorno non giocò (e l’Argentina perse), ma fu una decisione dell’allenatore. Lui avrebbe corso fino a spaccarsi.