CR7 il re dei social
Piu´ forte di ogni avversario e delle squadre in cui ha giocato. Piu´popolare di qualsiasi attrice o contante, con oltre 386 milioni il portoghese ha la fanbase piu´ estesa al mondo.
Dietro due foto i segreti di un impero. La prima: il volto di un bambino con i capelli di carbone e gli occhi che guardano lontano, dietro una porta da calcio, con una scritta “Quel bambino lo sapeva”. Era Cristiano da piccolo, immagine postata su Instagram il 4 giugno 2017,un giorno dopo aver vinto la Champions contro la Juve a Cardiff. La seconda: la foto più in vista di Cristiano, e Cristiano non c’è. Ci sono Georgina, Cristiano Junior,Mateo,Eva e AlanaMartina, cioè la sua famiglia,e da qualche settimana è la sua foto del profilo. Pare banale, ma il segreto dell’essere vivente più seguito sui social al mondo sta qui: sogni che si realizzano, sacrifici, semplicità, amore, Ronaldo comunica così con il suo esercito di follower. E si parla di circa 390 milioni di persone su quattro piattaforme (Facebook, Instagram, Twitter e Youtube). Il centravanti della Juve supera cantanti, attori, stelle della tv e dello showbusiness, gli altri sportivi gli prendono la targa quasi peggio che in campo. Il secondo tra i calciatori è Neymar, che ne ha circa 150 in meno, staccato di un’altra decina Messi che però non twitta. Tutti e tre sono ben più grossi della squadra in cui giocano, segno di un progressivo spostamento dell’interesse su chi indossa la maglia piuttosto che sulla maglia stessa.
CR7 BATTE JUVE 5-1Ronaldo però quasi trascende il concetto stesso di influencer: è più grosso del Real, del Barcellona, ha una fanbase totale che quasi triplica quella della Champions e quintuplica quella della sua Juve. Ma è un re social che sa dividere la ricchezza. Basta dare un’occhiata in casa Juve per verificarlo. Cristiano si è infilato la maglia bianconera il 10 luglio 2018, ha preso una squadra seguita da 52 milioni di persone e in un anno l’ha portata oltre gli 84, una crescita globale del 62%.
Sembra tanto? No, è niente in confronto al dato del solo Instagram, il social network più usato e visualizzato, quello che da quando si è inventato le stories ha soppiantato pure la tv. Bene,
nel campo più fertile la Juve è cresciuta del 214%, da 10,3 milioni ai 32,5 attuali. Già coi numeri di prima i bianconeri stravincevano in Italia, così sono entrati nella vera élite europea, quella che al di là del risultato sportivo certifica la potenza del marchio. Sono il quarto club piu´ seguito nel continente, e se oggi verrebbe facile pronosticare la Juve vincente sul campo contro il Manchester United molto meno prevedibile era il successo social centrato qualche giorno fa contro i Red Devils:32,5a 31,6 sul campo Instagram, roba impensabile fino a qualche mese fa, con gol decisivi, ovviamente, di Ronaldo.
Sì, uno obietta, ma che ci fai con la fanbase? Innanzitutto porti un marchio dove magari prima nonc’era:la Juve lo ha fatto soprattutto negli Usa e in Brasile, dove prima del luglio 2018 aveva meno di un quinto dei fan del portoghese. E poi, ci fai soldi. Lo spiega Andrea Sartori, global head of sport di KPMG: «In termini commerciali, sponsor più merchandising, con l’arrivo di CR7 la Juve ha visto crescere i ricavi di 32,1 milioni, cui possiamo aggiungerne altri 14,2 in più di quelli da gare. Quindi 46,3 milioni, poco più della metà del costo di Ronaldo sul bilancio. E l’effetto Ronaldo si vedrà soprattutto nei prossimi bilanci, quando altri accordi commerciali e contratti, incluso quello con lo sponsor di maglia, saranno rinegoziati o firmati con nuove controparti».
FENOMENO A 360°E qui si torna al bambino di cui sopra. Perché un successo così non si spiega solo con le prestazioni in campo, altrimenti sarebbe a duellare sui social con Messi come fa coi Palloni d’oro, mentre qui il dualismo neanche si pone. «Ronaldo – sostiene Sartori – si smarca dal suo ruolo prettamente sportivo per diventare fenomeno a tutto tondo, dalla moda al settore alberghiero fino ai suoi tanti investimenti, e questo lo porta a farsi conoscere in diversi ambiti.
Rappresenta l’immagine dello sportivo ideale, curato e responsabile, serio e professionale, punto di riferimento». Il Ronaldo social sa essere tutto: campione, amico, premuroso, sexy, buffo, serio, genuino, bambino. Ti porta non solo in campo o in spogliatoio ma nella sua cucina, in salotto, in camera da letto, in garage coi macchinoni, sull’aereo privato, nei posti extralusso. Ti rende partecipe delle sue emozioni, ti parla, ci mette la faccia: anche nei giorni difficili del caso Mayorga, con tweet e stories. Prende posizione, posta contro gli incendi in Amazzonia o contro le bombe in Siria. Piace a tutti, ai padri, alle madri, alle figlie e ai figli, ai rivali, alla gente che piace, ora si fa un selfie con Michael Jordan e ora con l’amico d’infanzia. Segue 442 account e sembra il profilo di un trentenne qualunque: ci sono tutti i calciatori più famosi, gli influencer e le stelle dell’Nba e dell’Ufc (arti marziali), solo che lui di Gianluca Vacchi è amico e di Conor McGregor vicino di casa a Marbella. Non si scorda di nulla, da Halloween a Capodanno, dal compleanno della mamma al record di gol a scuola del figlio. È quel gran genio del mio amico che cantava Battisti, ti fa viaggiare e ti da sempre quello che fa al caso tuo.
RE MIDA DEGLI SPONSORNessun personaggio al mondo è così grande quanto eclettico, e questo ne fa un Re Mida per le aziende: Armani, Castrol, TagHeuer,CocaCola, KFC, Konami, Herbalife, Clear, Dazn e soprattutto Nike, che con lui ha un contratto a vita da 24 milioni l’anno. Lui cresce, loro crescono e sono tutti felici. C’è un dato, impressionante, che rende bene l’idea di quanto: l’agenzia di analisi social Hooper HQ ha calcolato che ogni post pubblicitario di Ronaldo su Instagram “vale” 975 mila dollari, 885 mila euro. Ma gli hashtag che usa di più sono i bianconerissimi #finoallafine #forzajuve e #liveahead, quasi a certificare che nonostante faccia team con tutti quelli che gli stanno accanto non si scorda comunque della sua squadra vera che gli paga lo stipendio.
LO STAFF
Ovviamente l’impero non lo fa solo l’imperatore. Ronaldo ha postato per la prima volta su Instagram il 31 ottobre 2012, in uno dei periodi migliori della sua carriera. La prima foto, una
banale esultanza per un gol con il Real, fece 500 mila like. Se ora viaggia intorno ai 7 milioni di media molto lo deve a Luis Correia, nipote e braccio destro di Jorge Mendes: laureato in Economia, esperienze nel settore bancario prima di entrare nel mondo dello sport e titolare della Polaris, costola della Gestifute specializzata nella gestione dell’immagine dei campioni. Fu con lui che CR7 decise di sbarcare sui social. Era il 4 luglio 2010, durante il Mondiale, girava la voce che fosse diventato padre e si chiedevano come fosse meglio ufficializzarlo. Comunicato? Esclusiva ad un giornale o a una tv? Conferenza stampa? Alla fine optarono per un post su Facebook e Twitter, la gente la prese bene e lì Ronaldo iniziò a capire che la via era quella: comunicare ok, ma facendo entrare i fan nella sua vita. «Volevamo mostrare Cristiano senza filtri, per come è – ha detto Correia in un’intervista alla Fifa –. La sua immagin estremizzava le opinioni, o lo amavi o lo odiavi. Quindi volevamo renderlo tangibile, specie per bambini e ragazzi, e l’unico modo per arrivare a loro sono i social». Ronaldo bambino, quello della Champions, avrebbe apprezzato: magari lui sapeva pure questo.