Ricomincia il campionato di calcio e noi vi presentiamo le Favorite al titolo

Dopo 8 scudetti consecutivi ed in previsione dell´ennesimo assalto alla Coppa, la Juventus ha chiamato Sarri per avviare una rivoluzione filosofica e di metodo che pero´ richiede tempo per essere assimilata e per questo rimane sempre la favorita ma con una incognita. Vediamo insieme come giocheranno le pretendenti al prossimo titolo.

come gioca la juveJUVENTUS la favorita con l´incognita

Basta la parola. Da otto anni fa rima conscudetto e già solo per questo pone nel ruolo di favoriti anche per il prossimo titolo di campioni d’Italia. Rosa profonda e di altissimo pregio, un maestro di calcio come Sarri a guidarla: sulla carta, pare davanti a tutti anche quest’anno, Eppure. La concorrenza rinforzata, qualche esubero di grido da piazzare (Mandzukic, Higuain, forse Dybala), con la controindicazione che l’esubero in questione non si sente tale, i tempi necessari a far digerire le nuove idee dell’allenatore a una squadra che nella gestione Allegri è stata più “risultatista” che “giochista”… Insomma, qualche incognita sulla corazzata bianconera è lecita.

Ma quando l’ingranaggio inizierà a girare, verrà fuori ancora una volta la qualità dei suoi singoli giocatori: de Ligt, 20 anni, sembra nato vecchio per la calma con cui gestisce le situazioni più intricate, e non possono essere gliimpaccidelprecampionato ametterne in dubbio il valore; se rimane, Dybala può esaltarsi nel ruolo alla Mertens che gli ha cucito addosso Sarri. E poi c’è lui, Cristiano Ronaldo. Ancora una volta, basta la parola.

I punti di forza. Ci ha messo (quasi) una vita, ma Maurizio Sarri è arrivato dove voleva: al vertice. Dovrà adattarsi, lui sanguigno, all’ambiente juventino. Dovrà
insomma “normalizzarsi”.Se riesce, nessuno dirà più che la Juve non gioca bene.

I punti deboli. Ci vorrà un po’ per trasformare la Juve secondo il Sarri-pensiero. Rispetto alle sue idee di calcio,i centrocampisti bianconeri sono più di inserimento che di palleggio e gli attaccanti abituati a ricevere palla sui piedi e non ad attaccare gli spazi come il tecnico pretende.

 

 

 

come gioca il napoliNAPOLI una rosa da scudetto

Con gli arrivi di Lozano e Elmas, la squadra di Ancelotti ha alzato ancora il livello tecnico della rosa. Tante alternative consentono al tecnico una squadra più offensiva

La prima rivale della Juve, e non soltanto perché lo è stata in questi ultimi anni e riparte dall’allenatore dello scorso campionato, mentre l’Inter ne ha uno nuovo e ha cambiato pelle nella mentalità e nel sistema di gioco, quindi avrà bisogno di più tempo.

Il Napoli è la più accreditata rivale della Juve per la ricchezza del suo organico, che consente ad Ancelotti tante soluzioni e tutte di qualità. L’acquisto di Lozano rimpolpa e aumenta il tasso di qualità degli esterni d’attacco, tanto che dalla formazione che vedete a fianco siamo stati costretti a eliminare due totem come Mertens e Callejon (per lui un futuro da terzino d’attacco?). Per dare l’assalto al titolo l’allenatore lavora sul 4-2-3-1, evoluzione offensiva del 4-3-3. Detto che Insigne offre il meglio di sé partendo da sinistra, alle spalle della punta centrale potrebbero giostrare Zielinski o Fabian Ruiz, con lo spagnolo che, rispetto al primo,sa fare bene anche davanti alla difesa, accanto ad Allan (senza dimenticare Elmas). Squadra sbilanciata? L’arrivo di Manolas serve proprio ad alzare il baricentro: la squadra può lasciare campo alle spalle perché la velocità del greco e di Koulibaly chiude ogni buco.

I punti di forza. Fabian Ruiz è un centrocampista totale, uno dei più forti arrivati in Italia negli ultimi 10 anni. Allan corre 90 minuti, sradica palloni ed è molto migliorato coi piedi. Zielinski
taglia il campo come pochi. A 20 anni, Elmas ha 93 partite tra i pro, con 12 gol e 9 assist. Sa far tutto.

I punti deboli. Se bisogna trovare una pecca, può essere il centravanti: Mertens nelle ultime tre stagioni ha diminuito il numero di gol (28,18, 16), Milik è reduce da un precampionato con un solo gol. Se arrivasse Icardi sarebbe un’altra storia.

 

 

come gioca l´inter

 

INTER attacco al potere

Conte in panchina, una difesa tostissima, Lukaku (e probabilmente Sanchez) davanti: insieme al Napoli, i nerazzurri lanciano la sfida alla Juventus reduce da 8 scudetti

Poco alla volta, dopo i patimenti di inizio mercato («Siamo in ritardo», lamentò Conte dalla tournée asiatica) l’Inter sta prendendo la forma che l’allenatore si aspettava: uomini funzionali al suo 3-5-2, compresa una coppia d’attacco in cui si combinano potenza e fantasia, atletismo e tecnica. In questo senso, quella composta da Lukaku e da Sanchez piazza l’Inter ad altezza scudetto. Il belga è un devastante concentrato di forza: ad occhio,tra i difensori del nostro campionato, il solo De Ligt sembra in grado di poter reggerne l’urto in una corsa spalla a spalla. Perché Lukaku non è solo grosso, ma pure veloce: si allarga a sinistra per armare il suo micidiale piede mancino, e di testa è quasi immarcabile. Accanto a lui, Lautaro o, com’è prevedibile, l’ex compagno di squadra allo United, il cileno Sanchez. Che a Manchester ha fatto maluccio, 3 gol in appena 32 presenze in campionato negli ultimi due anni. Conte è la cura giusta per farlo tornare quello dell’Arsenal e, prima ancora, di Udine. Manca ancora qualcosa sulle fasce (a sinistra dovrebbe arrivare Biraghi), ma è pronta per l’assalto alla Juve.

I punti di forza. La difesa di ferro. Godin, De Vrij, Skriniar: sarà difficile sfondare il muro centrale nerazzurro. Esperienza, leadership, centimetri: tre cagnacci che mordono le caviglie e di testa le prendono tutte, anche nell’area avversaria. In più, alle loro spalle una sicurezza come Handanovic.

I punti deboli. Le fasce. Sanchez, complemento ideale di Lukaku ma reduce da due anni pessimi, all’Inter manca forse un po’ di freschezza sulle fasce. Candreva e Asamoah sono ormai chilometrati, e Conte agli esterni chiede grande sacrificio nella doppia fase.

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