Alisson candidato al pallone d´oro
Il portiere del Liverpool Alisson diventa un serio candidato al prossimo pallone d´oro. Certo che sarebbe strano vedere un brasiliano premiato per quello che sa fare con le mani e non coi piedi.
Alisson Becker è nato a Novo Hamburgo, capitale delle calzature brasiliane, a 40 km da Porto Alegre, culla di Ronaldinho. Sotto il segno dei piedi, quindi: scarpe e calcio. E invece Alisson è diventato portiere, vocazione contro natura per un brasiliano. Il calcio è la festa del gol, chi si affanna per impedirli è visto con sospetto. Nella sua storia, il Brasile ha avuto ottimi portieri, da Gilmar a Julio Cesar, ma sempre in secondo piano rispetto ai Pelé e ai Ronaldo. Per passare veramente alla storia i portieri brasiliani dovevano subire gol, non evitarli. Per tutti, il povero Moacir Barbosa, capro espiatorio del Maracanazo del 1950, che per tutta la vita ha espiato senza misericordia il gol subito dall’urugaiano Ghiggia.
Avrebbe fatto probabilmente la stessa fine l’argentino Edgardo Norberto Andrada se il 19 novembre 1969 avesse parato il rigore di Pelé, perché quella notte al Maracanà tutto il Brasile voleva celebrare il millesimo gol di O Rei. Santos-Vasco da Gama. Pelé, dal limite, accarezza d’esterno un pallone che viaggia verso l’incrocio. Sarebbe un modo splendido, indimenticabile, per fare numero tondo. Ma Andrada vola e intercetta. Poi lo salva la traversa. Un difensore del Vasco anticipa Pelé e segna nella sua porta. Sembra un complotto: piuttosto l’autogol, ma non il millesimo. Nella ripresa però O Rei rotola in area e l’arbitro fischia il rigore. Non sarà una poesia d’esterno a fare la storia, ma il tiro più prosaico?
Pazienza. Edgardo Andrada ha cominciato a giocare a basket, perché a quello servono le mani. Poi la rivoluzione: portiere. È nato a Rosario, la città del Che, che giocò tra i pali. Si tuffa, sfiora la palla che però termina in rete.Il portiere picchia i pugni a terra, mentre il mondo porta in trionfo O Rei. Sui quotidiani brasiliani che celebrano “O milesimo”, si legge: «Andrada entra na Historia!». Anni dopo il portiere argentino ha riconosciuto: «Il tempo ha cambiato la percezione di quel gol. Ora sono contento di averlo subito». Il lasciapassare per l’eternità. È subendo i gol che i portieri fanno storia in Brasile. E anche poesia.
Nella Palla innamorata, Jorge Amado canta Go-Gol, il peggior portiere del campionato che di colpo diventa il migliore solo perché la palla Buca Reti s’innamora di lui e gli casca sempre in braccio. Ma la storia potrebbe cambiare clamorosamente. A mezzo secolo esatto dal millesimo gol di Pelé, Alisson può vincere il Pallone d’Oro. Come solo Lev Yashin nel ’63. Lui si nasconde: «Sono solo un portiere». Ma Messi, di Rosario come Andrada, ha steccato la Coppa America che Alisson ha vinto da protagonista ( solo 1 gol subito durante tutta la competizione) facendo finalmente felice il Maracanà. Ha steccato in Coppa d’Africa pure Salah, compagno nel Liverpool campione d’Europa. Rivoluzione: un calciatore brasiliano premiato per le mani, non per i piedi; un portiere ricordato in eterno per i gol evitati, non per quelli presi. Buca Reti si è innamorata di Alisson Ramses Becker